..."se il signore avesse visto questo posto si sarebbe fermato a vivere qui"...così Federico II di Svevia descrisse il tavoliere delle Puglie quando lo scelse come sede e centro del suo vasto impero. Sono parole che descrivono la bellezza di una terra capace di affascinare chiunque abbia la fortuna di poterla visitare.


Castel del Monte racconta una visione… quella di uno scienziato arabo alla corte di Federico II, storie complesse, profonde, descritte da angolazioni diverse, ci racconta la profondità della mente umana in un amplesso tra l’anima e l’inconscio.


Racconta anche di Federico II di Svevia e della sua ossessione del potere, del pensatore, dello scienziato e dell’artista per il dominio e per la perfezione, per il rigore matematico e astronomico in una sintesi di elementi architettonici del nord Europa, mondo islamico e antichità classica.



La misteriosa pianta ottagonale come simbolo di unione tra l’uomo e Dio si ripresenta nelle proporzioni in tutto l’edificio.



Splendide creature mitologiche utilizzate nelle chiavi di volta delle sale o sui cornicioni



Trani e’ un gioiello che profuma di sale, arricchita nei secoli da stili architettonici che si sono susseguite nel tempo, i quali hanno lasciato palazzi signorili, chiese imponenti, e scenografiche piazze che fanno di Trani un ricca città d’arte.


La cattedrale ramanica di San Nicola Pellegrini risale alla doninazione normanna in Puglia. La pietra è il classico tufo calcareo quasi bianco che al tramonto assume una colorazione calda. Il castello Svevo, realizzato durante il regno di Federico II in una posizione molto scenografica affacciata sul mare.


Alberobello è un capolavoro delle Puglie. Da lontano tutti i singoli trulli che compone l’architettura del posto si fondono mostruosamente per dar forma a un corpo nuovo, complesso e dolce. Il colore è rigidamente bianco e freddo e il cielo...di un azzurro fantastico.


Ma la sua magia si interrompe camminando per le sue viuzze. I negozietti tutti uguali che vendono chincaglierie prive di valore sono moltissimi e rovinano l’atmosfera del posto. Mi chiedo dove sia il comune? La Pro Loco? I funzionari pubblici che dovrebbero salvaguardare questo patrimoni. Non merita una seconda visita.



che dire…ricordo quando, tanti anni fa, lasciai Milano in una grigia giornata di inverno per arrivare a Lecce, in una splendida giornata di sole.
Duomo


Non mi sembra cambiata molto, o meglio quello cambiato sono io. Arrivai vent’enne con molti pregiudizi ma rimasi stupito da tanta eleganza.
Anfiteatro romano.


Lecce è una città dove il barocco spopola, maestosa, ricca di monumenti, palazzi imponenti che possono mettere in suggezione per tanta bellezza, e solo lungo le viuzze del borgo antico ricco di locali caratteristici che la rendono più dolce e accogliente, quasi familiare. È un po' come un ritorno a casa...



A Otranto ci passarono un po tutti, quello che rimane di questo influsso architettonico, è l’imponente castello Aragonese.


Nell’interno si sviluppa il borgo antico. Passeggiando per queste viuzze si ha  l’impressione di tornare indietro nel tempo. È piacevole perdersi tra i viottoli dove ogni angolo stupisce e nasconde scenari diversi.



Santa Maria di Leuca sorge in una magica posizione dove si crede che il mar Adriatico e lo Jonio si incontarno. Ci si arriva lascindo alle spalle un entroterra ricco di storia e splendidi paesaggi da ammirare. La prima cosa che salta all’occhio a parte un mare da cartolina, sono le sontuose ville ottocentesche che scendono verso il mare, in disuso tranne alcune, segno di una vocazione turistica nobiliare di un tempo oramai passato.


le Grotte di Castellana sono considerate il complesso speleologico più importante d’Europa.


Molfetta è una città di mare, e non è un caso che il Duomo vecchio, grandioso esempio di architettura pugliese dove stili diversi si mescolano tra loro, si affaccia proprio sul porto.



A Ostumi le case si arrampicano sui fianchi di un colle, si presenta come un groviglio di di viuzze tortuose, un susseguirsi di piazzette, vicoli e corti dove sulla cima si erge la cattegrale.



Un mare cristallino e la roccia ricamata dal mare, sono i segni distintivi di Pomigliano a mare. Qui la frenesia del quotidiano scompare, il silenzio e interrotto solo dal rumore del mare che si stende a perdita docchio, fanno da corollario ad un borgo ottimamente conservato dall’aspetto tipicamente medioevale.



Siamo arrivati finalmente a Canne, motivo di questo viaggio, dove per un turista distratto, è come assistere a un fenomeno senza tempo. Per molti questa e una scena bucolica relegata in qualche pagina dimenticata di un libro di storia, ma questo fu l’inizio di una tragedia, la piu grande sconfitta mai subita dell’Impero Romano ad opera di un esercito straniero, giunta a noi, attraverso gli scritti di Polibio e di Tito Livio. Una versione unilaterale essendo entrambi di parte. 


  Non so cosa darei, e non solo io, per ascoltare la versione di Annibale su questa battaglia e sul perché una volta sconfitte le imponenti legioni romane, non si affrettò a conquistare Roma. Un mistero. 


Questa è la storia di una grande sconfitta scritta dagli sconfitti e mitizzata in cui gli eserciti si comportano come hanno sempre fatto mentre su Roma incombe un sinistro destino. Prima o poi tutte le battaglie entrano nella storia ma solo poche resistono all’oblio.


Basterebbe solo questa premessa per spiegare il perché questa battaglia sia stata studiata dagli stati maggiori degli eserciti del ‘700 e ‘800 e quanti generali sono andati al disastro per il sogno di riprodurre la battaglia di Canne, quando Annibale accerchiò e distrusse un esercito grande più del doppio del suo.


 ...come sono fatte le montagne e i suoi fiumi, i deserti e i suoi misteri, i monumenti e i suoi miti, gli imperi e i loro eserciti.
   Sentire le gambe che avanzano pesantemente nella ripetizione di percorsi già tracciati e codificati, dove milioni di immagini digitali identiche tra loro in modo sconfortante dicono a parenti e amici: io sono qui.
   Perché ad un certo punto, sentiamo il bisogno di tracciare percorsi nuovi.

                                      Fabio toini

Nessun commento:

Posta un commento